Skuggkriget e lo spionaggio russo nei paesi Scandinavi
La prima puntata della serie di inchieste di SVT sulle attività di spionaggio russe in Svezia
Il 19 aprile, SVT ha pubblicato la prima di una serie di inchieste, intitolate Uppdrag granskning: Skuggkriget (“ La guerra delle ombre”) incentrate sulle attività dei servizi segreti russi in Scandinavia. Le indagini, condotte in collaborazione con le principali emittenti di stato nordeuropee - la norvegese NRK, la finlandese Yle e la danese DR -, sono iniziate in concomitanza delle esplosioni subacquee che hanno interessato il gasdotto Nord Stream II e dei movimenti sospetti di alcune navi russe nel mar Baltico. In particolare, la seconda puntata, andata in onda il 26 aprile, ha generato particolare scalpore, in quanto i giornalisti scandinavi avrebbero scoperto un’operazione segreta russa su vastissima scala che si muove essenzialmente lungo tre direzioni: spionaggio sulle infrastrutture energetiche della regione Baltica e del Mare del Nord, la raccolta informazioni sui movimenti dei sottomarini nucleari Nato e l’infiltrazione di agenti segreti in Scandinavia.
In particolare, una troupe di DR ha scoperto come una nave all’apparenza civile, la Vladimirsky, sia riuscita a compiere una serie di operazioni lungo le coste danesi, britanniche e olandesi nelle vicinanze di alcuni dei più grandi parchi eolici off-shore d’Europa: secondo H.I. Sutton, esperto di guerra marina dello US Naval Institute interpellato dai giornalisti danesi, la Russia starebbe mappando il cablaggio subacqueo che collega queste infrastrutture alla terraferma il quale, data la sua posizione distaccata e difficile da raggiungere per via della profondità del fondale marino, risulta strategicamente molto vulnerabile. Il fine sarebbe quello di colpire questi cavi in caso di allargamento del conflitto in Ucraina: così facendo, la Russia potrebbe infliggere danni potenzialmente letali all’approvvigionamento energetico di alcune delle maggiori capitali del centro-nord Europa e della Nato, ovvero Londra, Amsterdam e Copenhagen. Allo stesso tempo, i giornalisti di NRK hanno seguito i movimenti di un’altra nave sospetta russa, il peschereccio Taurus, nei pressi della città di Tromsø, scoprendo che il bastimento avrebbe compiuto una serie di ricognizioni in concomitanza di esercitazioni congiunte Nato, o della presenza in porto di sommergibili riconducibili all’Alleanza Atlantica. Secondo Ståle Ulriksen, ricercatore della Reale Accademia Navale norvegese (Sjøkrigsskolen), queste attività di spionaggio e ricognizione sono il tentativo russo di far fronte alla presenza di sottomarini da caccia americani, di stanza a Tromsø, e di aerei bombardieri Nato in grado di contrastare efficacemente i sommergibili nucleari russi. Ciò rifletterebbe un cambiamento nella dottrina navale russa per la quale la regione del Nord Europa avrebbe acquisito un’importanza strategica vitale, in quanto è lì che vi è concentrata la maggior parte dell’arsenale nucleare russo.
Sul fronte diplomatico, infine, la troupe di SVT ha condotto una serie di indagini incrociate su un folto gruppo di diplomatici russi accusati di essere spie sotto copertura. In particolare, i giornalisti svedesi, grazie all’aiuto di una fonte anonima russa, hanno ricevuto una lista contenente i nominativi di tutti gli agenti segreti operanti sul territorio della Svezia. Questa lista, poi, è stata incrociata con l’elenco ufficiale dei diplomatici stanziati nell’Ambasciata russa a Stoccolma fornita dal Ministero degli Affari Esteri svedese (Utrikesdepartementet), un rapporto contenente background, numeri di telefono e indirizzi email di questi soggetti prodotto dall’organizzazione Dossier Center (che ha accesso a database segretati delle istituzioni russe), e infine una serie di fotografie dei sospetti scattate dalla troupe stessa nelle vicinanze dell’Ambasciata. In questo modo, i giornalisti svedesi hanno scoperto che in totale 21 spie hanno operato in Svezia, di cui 13 sono ancora oggi attive. Questi agenti, ufficialmente inquadrati come diplomatici, sono protetti dalla Convenzione di Vienna sull’immunità diplomatica, e pertanto possono agire indisturbati in Svezia. Tuttavia, SVT ha pubblicato sul suo sito web le identità di queste spie, insieme alle foto che le ritraggono mentre si aggirano nei pressi di Stoccolma. Le potete trovare qui (in inglese).
L’inchiesta di Uppdrag Granskning ha generato una fortissima eco sia internazionale che interna alla stessa Svezia: l’inchiesta è stata ripresa dai maggiori quotidiani e agenzie d’informazione internazionali come The Guardian, Le Monde, BBC e CNN ed è ovviamente arrivata anche in Russia che, nelle parole della portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zacharova, ha affermato che “risponderà duramente a queste provocazioni.” Tuttavia, le conseguenze di Skuggkriget sono andate ben oltre alla copertura mediatica occidentale, ma hanno impattato anche la politica interna ed estera svedese e più in generale scandinava: il 21 aprile, il dipartimento di controspionaggio della Säpo, il servizio di sicurezza domestico svedese, ha acquisito i nomi degli agenti segreti individuati da SVT, mentre il 25 aprile il governo svedese ha convocato l’ambasciatore russo Viktor Tatarintsev, informandolo della decisione di espellere 5 diplomatici della sua ambasciata. La decisione svedese arriva pochi giorni dopo la decisione, da parte della Norvegia di allontanare 15 diplomatici russi colpevoli di aver provato ad acquisire tecnologie norvegesi, come riporta NRK (in norvegese). L’attenzione sulle attività di controspionaggio industriale ed energetico resta altissima anche in Svezia: già il 15 aprile, una donna, che secondo le fonti di SVT sarebbe di nazionalità russa, è stata arrestata con l’accusa di spionaggio industriale per aver provato a introdursi all’interno della raffineria di petrolio Preemraff di Göteborg.
La situazione è tuttavia ancora in fase di sviluppo, e nuovi aggiornamenti arriveranno man mano che le attività di controspionaggio faranno il loro corso.