La visita di Filippo Grandi a Stoccolma
Le critiche dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati alle politiche migratorie svedesi e le minacce degli Sverigedemokraterna al governo

Il 27 e il 28 aprile, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi ha visitato Stoccolma dove ha potuto incontrare alcuni alcuni gruppi di rifugiati provenienti da Afghanistan, Eritrea e Ucraina. Durante l’incontro, l’Alto Commissario ha potuto ascoltare le loro storie personali, così come le loro esperienze di integrazione nella società svedese. L’importanza di dare ai rifugiati il necessario spazio per condividere le loro storie è stato il tema principale del meeting, nel quale si è parlato anche di due progetti attivi in Svezia nati proprio per dare voce a chi, proveniendo da situazioni drammatiche e lontane, spesso non ce l’ha: si tratta del Refugee Speakers Programme e del programma di integrazione del comune di Danderyd. Il primo si occupa di creare le condizioni affinché i rifugiati possano spiegare i motivi che li hanno spinti a lasciare le loro terre d’origine e cercare rifugio in Svezia; il secondo, invece, ha come obiettivo quello di dare ai rifugiati tutto il supporto necessario per la loro integrazione nella società svedese: in sostanza, il programma prevede che ad ogni nuovo rifugiato che arriva in città, il comune di Danderyd -situato a nord di Stoccolma- assegni una persona del luogo che possa “aprire loro le porte” della società svedese; in più, il progetto si prefissa di dare ai rifugiati la possibilità di condividere le proprie esperienze riguardo al loro processo d’integrazione in Svezia.
Durante la sua visita in Svezia, Filippo Grandi ha anche avuto modo di incontrare il primo ministro svedese Ulf Kristersson, il sottosegretario agli affari esteri Jan Knutsson, la ministra per le politiche migratorie Maria Malmer Stenergard e il segretario di stato Anders Hall. L’incontro ha evidenziato il compito importante che la Svezia ha nell’assicurare che i rifugiati sul territorio Europeo ottengano la protezione migliore possibile, soprattutto in virtù del ruolo centrale che il paese scandinavo riveste come presidente di turno del Consiglio dell’Unione. Tuttavia, l’Alto Commissario ha anche espresso preoccupazione per la direzione delle politiche migratorie impressa dal governo Kristersson, che a detta di Grandi sono “severe”. In particolare, si è parlato della volontà, da parte della Svezia, di diminuire la quota di migranti che è disposta ad accogliere. Secondo il quotidiano Omni (citando un’intervista rilasciata allo Svenska Dagbladet), Grandi avrebbe detto che “è interessante sentir dire al Primo ministro [ndr. Kristersson] che tutti sono d’accordo riguardo la bontà della quota rifugiati, poiché loro hanno veramente bisogno di protezione, mentre allo stesso tempo la quota è diminuita da 5000 a 900 [individui] per anno.”
Le dichiarazioni dell’Alto Commissario sono arrivate in un momento concitato per il governo, in quanto proprio sulle politiche migratorie si sono registrate una serie di frizioni tra il governo Moderato di Kristersson e gli Sverigedemokraterna guidati da Jimmie Åkesson. Il motivo di questa tensione è l’appoggio alla riforma sulla gestione dei flussi migratori in Europa votata in assemblea plenaria il 20 aprile. Più nel dettaglio, il 21 aprile, un esponente degli SD, Mattias Karlsson, si è augurato in un tweet che il governo blocchi l’applicazione di questo provvedimento in Svezia: “se ciò non dovesse accadere,” ha scritto Karlsson, “mi risulterebbe difficile vedere come possa la base della nostra collaborazione continuare ad esistere.” Il tweet ha destato molto scalpore poiché gli Sverigedemokraterna, sebbene non facciano parte del governo di Kristersson, con il loro supporto esterno sono fondamentali per la tenuta dell’esecutivo. A sostegno di Karlsson, ampiamente criticato dalle opposizioni, è intervenuto il leader degli SD Jimmie Åkesson, il quale ha ribadito che “non accetteremo che il potere degli elettori sulle politiche migratorie venga gettato via a favore di politici di altri paesi e burocrati di Bruxelles” e ha sottolineato come questa riforma delle politiche migratorie remi contro gli impegni presi nel Tidöavtalet. Qui potrete trovare l’intervista che il portavoce degli SD in materia di migrazione Ludvig Aspling ha rilasciato al Göteborgs-Posten a commento della “minaccia” di Karlsson, mentre qui la giornalista dell’Aftonbladet My Rohwedder spiega perché secondo lei è improbabile che le minacce degli Sverigedemokraterna si possano concretizzare in una reale rottura con il governo.