Il Mello, spiegato bene
I vincoli storici che legano la Svezia alla cittadina in provincia di Imperia che porta il nome di Sanremo, com’è noto ai lettori attenti, sono molteplici. Il primo e il più ovvio si riferisce alla costituzione del premio Nobel, che fu naturalmente ispirato dalla lettura del testamento dello scienziato e filantropo Alfred Nobel, inventore della dinamite e imprenditore: questi, che si era trasferito in Italia nel 1890 e che aveva preso residenza a Sanremo in una abitazione dallo stile architettonico eccentrico (Villa Nobel), spirò nella cittadina ligure. Nel documento che raccoglie le sue ultime volontà, redatto dunque a Sanremo e datato 27 novembre 1895, stabilì che fosse indetto un premio con il suo nome (ulteriori informazioni qui).
Secondariamente, la città di Sanremo è legata alla Svezia per la musica leggera. Nel 1951 in Liguria venne inaugurato un festival di canzoni che da quel momento in poi ebbe un certo successo; qualche anno più tardi, nel 1956, nel contesto della ricostruzione fisica e politica dell’Europa dopo la guerra, fu organizzata per la prima volta una gara canora, l’Eurofestival, inteso come strumento per avvicinare le culture e le tradizioni, non solo musicali. La prima competizione si tenne a Lugano nel 1958.
Nello stesso anno in Svezia venne organizzata la sesta edizione dei mondiali di calcio: per questa ragione, l’emittente nazionale svedese, allora Sveriges Radio-Tv – oggi SVT –, lavorò ad un rafforzamento della propria rete di trasmissione e pensò di realizzare una competizione canora per guadagnare popolarità e imporsi tra i media nazionali. Fu quindi organizzata la prima edizione di Melodifestivalen, originariamente noto con diversi nomi, tra cui Schlagerfestivalen, ovvero Festival della canzone: modello, chiaramente, sia l’Eurofestival inaugurato nel 1956, sia, naturalmente l’omonima gara canora di Sanremo (più informazioni qui). Nato per dare visibilità a Sveriges Radio-Tv, Melodifestivalen ebbe un inizio faticoso, tanto più che era inizialmente pensato come tappa svedese finale prima dell’evento principale, ovvero Eurofestival: la competizione nazionale, d’altra parte, serviva ad indicare il nome del rappresentante svedese per la gara europea.
Un’identità più definita venne tuttavia acquisita prima nel 1967, quando il nome della gara divenne ufficialmente Melodifestivalen e, più tardi, quando il pop melodico divenne prevalente nel paese, in sostituzione all’ispirazione più introspettiva e tradizionale che fino a quel momento aveva caratterizzato i brani. Furono naturalmente le performance di Benny, Anni-Frid, Agnetha e Björn, noti dal 1974 come ABBA, a dare una popolarità internazionale sia a Melodifestivalen, sia alla musica svedese; contrariamente all’immagine più seria, luterana e bergmaniana con cui sembrava potersi indentificare la proposta culturale svedese, gli ABBA investirono il panorama musicale continentale di cascate di lustrini e praticarono un sostanziale disimpegno da qualunque approfondimento critico-sociale, un avantgardismo pop scandinavo che trova peraltro molteplici riferimenti nelle proposta attuale.
Il meccanismo di funzionamento della competizione, fino al 1999, prevedeva che giurie locali (undici su tutto il territorio nazionale) attribuissero punteggi variabili tra 1 e 12 alle varie proposte musicali: la somma dei voti decretava il vincitore. A partire dal 1999, ai voti della giuria si sono sommati i risultati del televoto, modificando dunque sostanzialmente la competizione e aprendo ad una partecipazione degli telespettatori.
Nel 2002 il produttore esecutivo Svante Stockselius propose di modificare il meccanismo e di allargare la competizione ad un numero più ampio di partecipanti (fino a quel momento partecipavano solo dieci brani ogni anno, un numero che può fare sorridere chi frequenta competizioni musicali geograficamente più meridionali): furono allora introdotte delle eliminatorie (in quattro sedi differenti), una semifinale (letteralmente, “la scelta dei vincitori”) e una finale, realizzata presso il Globen, l’inconfondibile struttura di Stoccolma dall’aspetto di enorme palla da golf, oggi nota con il nome di Avicii Arena (più notizie qui). Nello stesso anno furono per la prima volta proposti brani in lingua inglese. Da quell’anno in poi l’interesse e la partecipazione sono costantemente aumentati e il fenomeno si è ulteriormente ampliato con l’arrivo dei social network che hanno senz’altro contribuito a spostare il centro dell’attenzione mediatica dallo spettacolo musicale in sé all’interazione popolare con lo spettacolo: ovvero, commentare Melodifestivalen, o, più amichevolmente, Mello, è divenuto più divertente che guardare semplicemente Mello. Da competizione canora a fenomeno di costume: come per l’antenato italiano, si potrebbe osservare. Eppure, il festival di Sanremo e Mello oggi non potrebbero essere più diversi.
L’edizione 2024, ampiamente coperta da tutte le testate nazionali (esempi sono disponibili qui, qui e qui), prevede cinque turni eliminatori (che si terranno tra il 3 febbraio e il 2 marzo a Malmö, Göteborg, Växjö, Eskilstuna e Karlstad) e una finale, programmata, dopo le modifiche del 2013, presso Friends Arena di Solna, prima periferia di Stoccolma, lo stadio ove la nazionale di calcio gioca con esiti discutibili le gare di qualificazione per i tornei internazionali. La presentatrice Carina Berg è supportata da Tina Mehrafzoon nel ruolo di commentatrice e Ronny Larsson come critico esperto. I brani sono molto più sbilanciati verso l’inglese: delle trenta canzoni che partecipano alla competizione, diciotto sono infatti nella lingua del Regno Unito e un paio promettono qualche variazione latino-americana (per esempio Que sera, di Medina e Controlla, di Chelsea Muco; non i nomi più esotici, peraltro, se si legge l’elenco dei partecipanti su Mellopedia: tra gli altri, anche l’incredibile pseudonimo artistico della cantante che porta in gara Give my heart a break e che qui non riportiamo).
Difficile immaginare Mello per uno spettatore più avvezzo ai ritmi compassati e alle dimensioni gargantuane del festival della canzone italiana: l’esperienza è difficile da riassumere, solo gli occhi possono crederci. Performance colorate, atmosfere positive di sorellanza e di fratellanza inoffensiva (per esempio, il duetto di Samir & Viktor), sentimentalismi oltre ogni livello di guardia (come ad esempio in Effortless, di Jacqueline, che, in un passaggio, recita “call the police cause you just stole my heart”), Fröken Snusk (più o meno traducibile come “Signorina Sudiciume”) che compare con un passamontagna sul viso, seduta in groppa ad un cavallo e accompagnata da un piccolo corpo di ballo di ragazzi in gonna rosa e ragazze in abbigliamento retro. Mello ha soprattutto un certo gusto per il retroscena: la vita dell’artista, le sue origini, cosa c’è dietro la canzone; e inoltre in Mello c’è tanto, tanto glitter, più o meno dappertutto.
Il risultato complessivo allude al musical più estemporaneo, rimuove qualunque motivo critico, ribadisce il manifesto musicale degli ABBA del disimpegno: come nel caso di Loreen, vincitrice dell’edizione 2023 e, qualche mese dopo, dell’Eurovision Song Contest. La sua Tattoo è una ballata altresì tradizionale; molto meno lo erano le sue lunghissime unghie, che contribuivano a costruire il personaggio ma che, per converso, nel momento della vittoria e dell’esultanza potevano diventare un imprevedibile strumento da taglio o sfregio di amici e sodali.
Mello è partecipativo ed inclusivo: non è solo la gara di alcuni artisti, ma semmai, “Hela Sveriges fest”, “la festa di tutta la Svezia”. Una festa che unisce e non divide e che non cerca la polemica; se, dunque, l’obiettivo di Mello è divertire e danzare, al contrario gli scopi dell’antenato italiano sono completamente diversi: Sanremo è la riduzione della polemica politica e culturale a schermo completamente leggibile, è esemplificazione massima della complessità. Mello è intrattenimento che offre corpo ad una certa immagine (se non proprio l’immagine vocazionale) della Svezia: attenta alla diversità, all’inclusione, alla body positivity.
Si può votare per i cantanti in gara per l’edizione 2024 di Mello con l’app dedicata (non punti, ma cuori). Nei sabato delle prossime settimane sono previste le prossime eliminatorie e poi la finale. Purtroppo, i lettori di Voci di Svezia residenti al di fuori dei confini nazionali gialloblu non potranno votare.